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LE DIFFERENZE MENTALI TRA L'ASINO E IL CAVALLO

Il cavallo è fondamentalmente migratore. Si sposta continuamente per cercare il cibo. L'asino ha un comportamento sedentario, si adatta nella povertà ambientale. Il cavallo semina ovvunque le sue fiande mentre l'asino ne fa un mucchio per preservare la qualità del suo cibo. La fuga è la sopravvivenza del cavallo, l'asino protegge e difende il suo territorio e ha svillupato una tecnica detta di "blocco". Può partire all'attacco senza avvertire in vista di un potenziale pericolo; consequenza di tale atteggiamento, l'asino è un animale riflessivo e responsabile. Quindi, non ubbiderà mai sotto costrizione. Ciò tuttavia non impedisce che faccia ciò che gli viene richiesto.

Gli attacchi vengono usati diversamente, per quanto riguarda il cavallo, la regola è di aiutarlo a combattere il suo riflesso di fuga, l'allenamento è doloroso e lungo. I para occhi sono indispensabili nel suo caso. Per l'asino i para occhi non sono necessari anzi, sono sconsigliati. Il cavallo forma un gruppo sociale gerarchizzato, con capi e sotto capi. Le tensioni intestine nel branco in specie nel periodo dei calori variano a seconda delle personalità, di nuovo entra in gioco la sopravvivenza. Il cavallo è sempre in allerta e pronto alla fuga.

Un branco di cavalli si distende per il riposo, mentre un individuo rimane in piedi in allerta. Il cavallo è protetto dalla massa e spera sempre che il suo vicino sia divorato prima di lui... dimostrandosi un matricolato individualista! Il comportamento dell'asino è completamente diverso. Egli si raggrupa per poter sorvegliare il proprio territorio nell'eventualità di un invasione, e anche il più giovane del branco si sente responsabile degli altri. Non è raro vedere un branco di asini allungato per terra, tutti insieme. Attento e molto curioso, convoca i suoi amici ai margini del proprio territorio ed è capace di azioni di gruppo. Le giumente prendono l'iniziativa quanto alla scelta del prato. La lotta fra stalloni finisce sempre con la fuga di uno dei due. L'asino invece, non si sottomette e la lotta è mortale. Per l'asino il gruppo sociale è convivialità e uguaglianza. Questo è importante perché ci permette di trarre beneficio dal suo naturale bisogno di compagnia e dalla sua innata gentilezza. Cosi l'essere umano viene considerato uno della "famiglia". Se succede qualcosa al suo cavaliere, una caduta per esempio, il cavallo continua a galoppare. In simile circostanze, l'asino si ferma. I cavalli hanno tendenza a formare piccoli gruppi, l'asino, spinto dal suo bisogno di compagnia, forma all'uscita di un paddock per esempio, un gruppo compatto. Se capita qualche incidente ad uno di loro, gli altri rimangono al suo fianco nel tentativo di attirare l'attenzione al fini di aiutarlo. Se uno dei cavalli nel branco ha un incidente, viene abbandonato alla sua sorte, gli altri rimangono sordi. Basandosi sul suo bisogno naturale di compagnia, l'asino riesce a superare le difficoltà, Se un rusciello lo blocca, non è grave, togliete la lunghina, attraversate senza di lui e andate avanti come se niente fosse; appena vi perderà di vista, la paura della solitudine lo costringerà a raggiungervi! Il cavallo si comporta diversamente, non cercherà di raggiungervi in simili condizioni. Si può fare una passeggiata con l'asino senza tenerlo legato con la lunghina, tutt'al più si fermerà per brucare, ma non vi perderà mai di vista.

LE DIFFERENZE DI PERCEZIONE DELLE EMOZIONI

L'asino ha tendenza ad interiorizzare le emozioni. In caso di pericolo si blocca, questa immobilità disorienta il predatore che non aspetta che un movimento per saltare adosso alla preda. La sua incolumità risiede tutta nel fatto che non esteriozizza il suo stress. L'asino può manifestare uno stress importante con un problema dermatologico. Ed è esattamente l'inverso per quanto riguarda il cavallo che, nel suo interesse, scatta di latto, scappa all'improvviso e che, se irritato da un'altra presenza, cavallo o un essere umano, fa finta di voler scalciare, fa gli occhi grossi, muove la coda nervosamente, per fare capire che non è d'accordo. In condizioni simili l'asino preferisce allontanarsi in dolcezza ma se deve o vuole scalciare, lo farà senza colpo ferire con una precisione e un controllo notevoli. Il cavallo che si sente intrappolato si ferisce facilmente e si agita finche qualcosa si rompe. L'asino essendo emofilo per natura, (lui non lo sà ma si comporta come se lo sapesse) è quindi molto prudente e raramente si fà del male. Possibile legare un asino con una corda molto lunga senza che si faccia del male, sorvegliandolo da lontano. Nel caso si prenda un piede nella lunghina, rimarrà con sagezza con la gamba sospesa per aria in attesa che qualcuno venga a liberarlo.

NOZIONE DI TERRITORIO

Uno dei primi nostri doveri verso l'asino è quello di proporgli un territorio senza intrusione esterne, in modo da non costringerlo ad assumere il ruolo di cane da guardia del suo territorio. Il fatto di essere tranquillo nel suo prato è molto apprezzato da l'asino e migliora il nostro rapporto con lui. Il cavallo invece non è attaccato al territorio, e guarda sempre in lontananza, pronto a fuggire in caso di pericolo. Dobbiamo quindi evitare di sbuchare all'improviso. Dobbiamo 'sicurizzare' il suo spazio eliminando gli oggetti che potrebbero intralcicare una sua fuga precipitosa. Dobbiamo poi rispettare il bisogno di gruppo che anima l'asino, evitando di tenerlo da solo in un box o legato in una stalla come lo si fà per i cavalli. La solitudine rende l'asino nevrastenico. Mentre si isolano i cavalli al momento della distribuzione del cibo poiche litigano (branco gerarchizzato), diversi asini insieme possono benissimo divididersi un secchio di avena senza la minima agressione, senza nemmeno rovesciare il secchio! Mentre il cavallo "obbeddisce", l'asino "collabora". Di fronte al cavallo, dobbiamo posizionarci da dominante, ma mai da despote ne da boia. Mentre il cavallo non se la prenderà con noi per via di questa dominanza, invece l'asino non sopporta l'ingustizia, adora mettere il suo grano di sale nella nostra cucina e negoziare, discutere con noi. Mentre il cavallo apprezza le abitudini e farà gli stessi gesti (dressage) ripetutamente, l'asino riflette e non disdegna di prendere l'iniziativa. Si può allora sviluppare con lui una relazione più serena.


IN CONCLUSIONE

Tutto ciò non impedisce ad un asino di fare uno scarto all'improviso, ad un cavallo di "bloccarsi" o ad un asino di imbizzarirsi, ad un cavallo di aggredire un cane, di riflettere, ad un asino di distrarsi, ma sono eccezioni che confermano la regola. Dobbiamo comunque tenere conto della educazione e del vissuto di ciascun soggetto. In ogni caso, una volta capite le cause di certi comportamenti, diventa molto più facile corregere il nostro attegiamento e svillupare relazioni armoniose con i nostri equidi , indipendentemente dalla lunghezza delle loro orecchie. Testo di Martine Jouclas, Extrait des "Cahiers de l'ane" numero 23.